lesson n. 1 - at the chemist's

Decido di concedermi una serata casalinga. Addirittura, una serata culinaria Verso le 19 maturo il proposito di preparare un dolce per gratificare la mia bellissima persona ravvredddata: focaccia di ricotta. I segnali non sono tuttavia dei più promettenti. Recatami all'Esselunga per acquistare il necessario, infatti, dimentico ovviamente di mettere nel cestello la ricotta, e altrettanto ovviamente me ne accorgo solo a casa ad impasto ormai ultimato. Allora corri alla Standa-che-sta-per-chiudere, compra la ricotta, torna a casa, inizia a tagliare il blocco di cioccolato sull'asse di legno con il coltello segettato e TRAAAAAAAAC! coltello seghettato si accanisce contro il mio dito medio-della-mano-destra. Sangue. Fiumi di sangue. Io odio il sangue. Io vado nel panico. Inizio a piangere. Non so cosa fare. Chiamo Robi che, per quanto a 250 km di distanza,mi darà sicuramente del sostegno morale. "Robiiiiiiiiiiiiiiii mi son tagliata un ditooooooooooo sanguinoooooooooooooooo". Reso edotto dell'accaduto nei dettagli, lo sprezzante-del-dolore-fisico Robi se ne esce con un "Chiama Matteo e digli che ti aiuti".

Io barcollo, mi siedo sulle scale, sto per svenire, mi sento il sangue che mi pulsa nell'orecchio, ho male ad un dente (ma quella forse è l'influenza. o la carie), ci vedo annebbiato, mi rialzo, apro la porta. Aiutocosafacciooooooooooo!!!!
Nella sfiga, ho la farmacia notturna aperta a 500 metri da casa.
Mi fascio il dito, esco, entro nella mia oasi di salvezza e:"salve, mi sono mozzata un dito. cosa devo fare?". Farmacista a DitoMozzo:"quanto mozzata?" DitoMozzo a Farmacista:"credo abbastanza...vuoi vedere?" DitoMozzo toglie lo scottex prudentemente messo onde evitare spargimenti di sangue rammostra il dito a Farmacista (nel frattempo raggiunta da CollegaCuriosa) che reagisce storcendo bocca, sopracciglia e occhi in segno di evidente disgusto. "Sicura che non vuoi fare un salto al ProntoSoccorso?" "Se non sto per morire, preferirei evitare" Farmacista e CollegaCuriosa abbozzano un sorriso (che lì per lì non mi infonde poi così tanta sicurezza). Me ne esco con delle suture cutanee adesive per piccole ferite e delle garze sterili, "che dovresti farti applicare da qualcuno, perché da sola non è cosi facile.."
Ad attendermi fuori dalla farmacia a bordo del taxi (perché qui non si bada a spese, di fronte alle calamità) c'è l'ImpavidoRichmondInfermierePerUnaNotte (avviso ai naviganti:il sito su cui sarete dirottati cliccando sul link potrebbe offendere il senso del pudore degli animi più sensibili. uomo avvisato...) che mi porta a casa e mi riattacca il polpastrello.
Basta, sono stanca di raccontare.
Morale della favola: non lasciatemi mai e poi mai a casa da sola a cucinare. Se dovessi manifestare altre volte questi propositi, uccidetemi piuttosto.

PS:la torta è venuta 'nu babbà!