sono così tremendamente confusa che non ho più parole da scrivere.
sono tutte dentro la mia testa e ognuna parla una lingua diversa.
ziqqurat. piramidi di caos mentale che mi fanno venire il malditesta.
un mal di testa un pò grigio, come il fumo del mio Old Holdborn.
ci vorrebbe del vento, ecco cosa ci vorrebbe.
a volte vorrei saper vedere al di là. andare oltre.
oltremare, e non solo.
soprattutto quando so che nessuno mi può aiutare e che ogni 'e quindi?' porta in grembo una risposta che solo io posso dare.
odio decidere. l'ho sempre odiato. semplicemente perché non ne sono capace o forse un pò perché, come i cinesi, credo nella filosofia del lasciare sempre tutte le porte aperte, nel non precludersi mai niente, nell'evitare le scelte estreme perché, in quanto tali, non ti permettono più di tornare indietro (secondo il principio per cui l'alcolismo non è un male in sé stesso, ma solo in quanto esclude la scelta della sobrietà).
a volte penso che sarebbe figo poter pagare qualcuno perché decidesse al posto tuo, qualcuno da biasimare se poi le cose dovessero andar male.
sì, parlo bene l'inglese, mi piace viaggiare, ma non trovo sufficienti motivazioni per andarmene da dove sono, per andare incontro al nuovo.
non ho un posto nell'universo, non mi sento né sono mai stata in qualche modo legata ai posti in cui ho vissuto, forse ciò comporta il mio non saper dove voglio andare, dove voglio stare. dappertutto, in nessun luogo.
a me interessa solo stare bene. non m'importa dove. non m'importa con chi. solo, vorrei non aver sempre bisogno della musica per addormentarmi tranquilla, vorrei che le note non mi servissero solo per fuggire dai miei pensieri.
c'è un passaggio fantastico del Koln Concert di Keith Jarrett (la Part 1) in cui la musica sembra entrarti dentro, sembra avvolgerti in un fluido che ti imbottisce fin dentro nei polmoni, lasciandoti senza fiato, ed è quando si sente il respiro di Jarrett fondersi con le note. è un ansimare quasi impercettibile, ma che significa tutto. significa assorbimento totale in ciò che stai facendo. significa essere arrivati da qualche parte.
mi domando se a me succederà mai.
e pagherei qualcuno perché mi regalasse l'illusione di un sì.
20080106
volontari cercasi
alle
21:12:00
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