20100215

amnesie natatorie

arrivo in piscina animata da moti di pessimismo e fastidio, che trovano subito la loro degna soddisfazione non appena varco l'uscio dello spogliatoio femminile, dove ad accogliermi ci sono un branco di bambini più o meno nudi alle prese con le loro madri intente chi a infilare mutande, chi ad asciugare capelli. l'odio aumenta quando mi accorgo che non c'è neanche una cabina libera per cambiarsi. con me, altre due ragazze che aspettano il loro turno. istintivamente mi viene un po' di broncetto. non ci posso fare niente, sono stanca, non ho voglia di aspettare né tantomeno di nuotare. si fa avanti la signora eritrea della pulizie che, scopa in mano, si dirige verso di me, mi si avvicina e, prendendomi per mano, mi dice "no amore vieni con me..entra pure qui, ci sono io che ti faccio da guardia. ti aspetto qui" e mi fa entrare in una cabina occupata da montagne di scarpe e vestiti.
un po' perplessa mi cambio, mi metto il costume, entro in piscina.
dopo mezz'ora, muoio.
già due mie compagne di corso sono passate alla tavoletta "per fare fiato".
vorrei farlo pure io e allora "maestra Alessia, anche io la tavoletta!!"
la maestra Alessia fa finta di pensare e se ne esce con un "no, tu no. tu devi perfezionare lo stile".
morale della favola, dopo un'ora di nuoto sono andata all'esselunga e non ho potuto pagare la spesa perché non m ricordavo più il codice del bancomat.

ieri in un prato vicino alla casa di mia nonna ho ritrovato lui

il Cicciopony. era un po' che non lo vedevo. ha perso il compagno di recente, mi dice una vecchietta che passa per la strada con il fazzoletto in testa. ed è sempre lì che aspetta un pezzo di pane, aggiunge.
a me sembra che anche l'erba o le dita gli vadano bene.
ma non glielo dico.
non vorrei privarla della sua sosta nella passeggiata domenicale.

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