20100305

Autoritas mihi, ovvero della luce pazzesca

La scena si svolge più o meno così.
Strada più o meno trafficata di un giorno lavorativo infrasettimanale.
Scuola elementare/media che si erige in prossimità di un incrocio su questa stessa strada.
Al semaforo pedonale, un attento Vigile è stato incaricato di occuparsi dell’attraversamento degli alunni in età scolare e delle relative madri, nonne e animali domestici a seguito.
Il semaforo diventa rosso. Il Vigile scioglie la posizione di attenti e, con piglio deciso, si dirige giusto al centro delle strisce pedonali. Ponendosi perpendicolarmente rispetto alle automobili in sosta temporanea, allarga con un gesto simil-teatrale le proprie braccia, infondendo la sicurezza che è necessaria ai passanti per poter arrivare all’altra sponda incolumi, quasi che con quel gesto il prode Vigile potesse nell’eventualità fermare una macchina che decidesse di passare con il rosso.
Il semaforo diventa verde.
Il Vigile indugia un po’, attende qualche secondo prima di liberare la via, quasi appesantito da un senso del dovere che gli impone inconsciamente di accertarsi che nessun pedone si trovi in prossimità dell’incrocio. Poi improvvisamente inizia a indietreggiare, si gira verso le auto (che nel frattempo, nonostante il via libera del semaforo, non osano manifestare segni di impazienza davanti all’autorità costituita) e con un cenno della mano, principalmente quella destra, le invita a procedere.

Oggi mentre ero ferma a quel semaforo ho alzato la testa e, nonostante le critiche che qualcuno potrebbe muovermi, ho notato che c’era una luce pazzesca.

Al lavoro, stamattina ho trovato un fax che mi invita a partecipare a un convegno in materia di aspirapolvere.
Posso solo dire che aspirapolvere è una di quelle parole che non cambia quando è al plurale.

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