20100901

I wear badges

Quarantotto. Tanti sono i chilometri che ho percorso in questi tre giorni in cui, per forza di cose, ho dovuto camminare le mie stanche membra verso il luogo di lavoro. Otto chilometri per andare. Otto per tornare. Per tre giorni consecutivi. Otto più otto per tre. Sei per otto quarantotto asino cotto.
Girare per milano in bici può essere una prova traumatica sia dal punto di vista psicologico che fisico. Io questa prova non so se l'ho superata. Non sono morta investita, no. Però se vedeste la mia bici capireste a quale immane sforzo ho dovuto sottoporre le mie stanche cosce per giungere a destinazione. Inoltre, pedalando tra desolanti paesaggi ho respirato una quantità di merda tale da farmi venire asma e sinusite in contemporanea. Quindi visto che c'ero ho pure ripreso a fumare di brutto. Tanto, a sto punto.
Girando per milano in bicicletta si vedono delle cose allucinanti.
Gente che cavalca bici di ultima generazione in abiti da pirla totale.
Gente in groppa a mountain bike che arranca sull'unica mezza salita del cazzo della città.
E poi l'invasione delle bici a scatto fisso: ridicole, in una metropoli dove il 70% delle strade è costellata di binari del tram e crateri nell'asfalto.
In questi giorni ho notato che io in bici corro.
Ne avevo il sospetto. Oggi ne ho avuto la conferma.
Quindi prima tornando a casa, quando ancora avevo in mente un post fighissimo da scrivere (idea evidentemente svanita nel nulla), pensavo che io dovrò sì portare al collo un badge tutti i giorni, avrò sì un lavoro di mediocre stimolo e interesse, sarò sì di piccola e robusta costituzione, ma vado in bici più veloce di tutti.
Ecco.
E questo venerdì, dopo aver preso il centesimo volo di ritorno da Bruxelles, vorrò andare al Magnolia a ballare.

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