sta sera, gran chè, buon giorno.
vi odio, fatemi dire che vi odio, voi tutti quanti che millantate doti scrittorie inusuali.
voi che vi fregiate di onorificenze letterarie basate su considerazioni meramente quantitative.
voi che a stento riconoscete la differenza fra un accento acuto e uno grave.
voi che ancora scrivete sta sera, buon giorno e gran chè.
smettetela di angustiare il nostro mondo.
o quantomeno il mio.
smettetela di comparirmi davanti in continuazione.
in questo momento penso fortissimo a una bestemmia.
la penso ma non la dico.
ed è liberatoria, catartica uguale.
poco fa sono passata davanti a una casa che non vedevo da un po' di tempo e lì,
legata a un albero, c'era una cosa che prima non c'era: era una bici nera.
da sola, in mezzo a un mare di motorini.
chissà a cosa pensava.
fra poco andrò a letto, sperando di sognare nani con occhiali da sole giganti.
buonanotte, anche dal'Uomopecora.
20100318
dell'utilità della bestemmia
alle
00:33:00
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3 commenti:
Secondo me, quella bici ne pensava una ancor più nera della tua.
secondo me quella bici è buona, invece.
Ma infatti! Chi bestemmia, specie se nero, spesse volte è 1 buono.
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