stasera in piscina la maestra ha deciso di applicare il suo personalissimo quanto opinabile concetto di "esercizio divertente" su di noi, le allieve.
il divertentissimo passatempo consisteva nel simulare degli esercizi di salvataggio.
uno di questi prevedeva che si nuotasse su di un lato spingendosi con le gambe e con un solo braccio, mentre l'altro era occupato a tenere il corpo morto dell'altra persona, sorreggendola dal costato.
visto che la mia migliore amica del corso, la ragazzina di 12 anni, era impegnata a trarre in salvo sua madre, io mi sono accoppiata con un'altra signorina.
mi metto di lato, la prendo sotto braccio e scopro che la sua ascella è una tana di peli.
attimo di panico.
mi sono sentita mancare.
giro la testa in alto e vedo che sugli spalti ci sono genitori di ogni razza e colore, nonni di ogni età (prevalentemente di razza caucasica, quelli) che sventolano le loro mani richiamando l'attenzione dei loro figli, intenti a sguazzare nelle profondità della piscina. che sorrisi, ragazzi, che sguardi fieri.
penso che anche io vorrei che tra gli spalti ci fosse un bambino che mi tende la mano, un bambino non mio, un amico-bambino, diciamo, che mi fa ciaociao con la manina, un ciaociao che solo io posso capire, perché solo io so che lui è il mio amico-bambino.
nello spogliatoio due ragazzine giocavano a chi aveva studiato più stati a scuola.
bambina 1 "noi oggi siamo arrivati fino all'asia"
bambina 2 "beh, noi domani facciamo la rabbia saudita".
proprio così. la rabbia saudita, diceva.
io sabato andrò a vedere gli A Toys Orchestra al magnolia.
ora però mangio.
20100318
la rabbia saudita
alle
19:59:00
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