20100421

il cubo verde, il trapezio giallo, il rettangolo rosa

stavo riflettendo sul perché al giorno d'oggi nessuno si occupi più di filosofia nel senso profondo del termine. nessuno elabora più teorie 'innovative', del calibro dei sofisti o degli epicurei. nessuno è più in grado di dire qualcosa che faccia veramente sobbalzare la mente. forse perché, nella filosofia come nell'arte o nella moda, è già stato tutto detto. forse perché i filosofi di una volta vivevano in uno mondo ancora da scoprire, un mondo meno costruito e più interpretabile, più libero. tutto questo per dire che la vita non aveva senso allora come non ne ha adesso, solo che un tempo trovavano delle ragioni più originali e interessanti con cui motivare l'ambaradan nel quale ci muoviamo.
qualche giorno fa sono stata a fare un colloquio e il mio intervistatore a un certo punto mi dice "per questa posizione non vogliamo avvocati che provengano da uno studio legale. vogliamo gente sveglia, gente veloce, scattante".
io veloce e sveglia lo sono, però non so se ho poi tanta voglia di correre per questa gente.
correre per arrivare dove, poi.
in fondo, il senso ultimo delle cose non è poi diverso per il pitosporo che mi rallegra la vista sul cortile, per la tartaruga che vive parte della sua vita nel negozio di animali o per me che corro al comando di altri per potermi permettere di andare dal parrucchiere a farmi i capelli biondo irlandese.
dico solo che non mi pare che ci sia un senso o un valore interessante in tutto questo.
però, visto che un senso s'ha da trovare, non fosse altro per non cadere in un vuoto soggettivo assoluto, allora io prima di tutto scelgo di non mangiare gli animali, perché se se siamo tutti nella stessa barca, allora non vedo il motivo per cui io di mia spontanea volontà dovrei buttare giù qualcuno, visto che di spazio ce n'è per tutti e che per il momento non ci hanno ancora tolto la possibilità di scegliere.
discorsi un po' esistenzialisti, è vero.
però stamattina mentre ero sulla strada che anche oggi mi ha portato alla mia corsa per gli altri ho visto una signora con un cane nero e riccio che attraversava la strada. il cane aveva delle zampette corte e molto pelose. è salito sul marciapiede con uno slancio invidiabile, poi al primo palo ha alzato la gamba e giù di pipì.
e io ho pensato guarda che culo i cani, che quando gli scappa non devono mai preoccuparsi di tirar giù le mutande.

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