20110417

come un anfibio con lo spazzolino sbagliato. ovvero, del salmone controcorrente

sta di fatto che stasera mentre ero in doccia, e forse anche un po' dopo, mi è venuta come la voglia di scrivere.
tipo delle idee.
anche se questo è un periodo in cui, a livello di creatività attiva e passiva, stiamo proprio messi male: non leggo e non scrivo.
però in compenso parlo un sacco.
anche da sola. mi piace parlare da sola, ripetermi le paranoie, farmi i discorsi, raccontarmi cose così.
sarà che quando ero piccola spesso passavo le giornate per gli affari miei, non essendo propriamente un animale socievole anche e soprattutto per cause non dipendenti dalla mia volontà.
stasera uscita dalla doccia mi è venuta questa idea dell'animale anfibio, un po' di terra un po' di mare. e diciamo che starsera, a 32 anni, io mi sento così. mi sento che quando mi si dice 'sì ma le donne sono un po' così' divento uomo, e che quando invece rifletto su come vorrebbero essere le donne divento un po' femmina, anche io.
perché, dopotutto, è tutta una questione di armonie.
ci rifletto ed è come dice il mio dentista: non serve che il filo te lo passi solo in su e in giù. devi andare anche sotto il dente, a sinistra e a destra, perché sennò non ha senso.  neanche che tu ti faccia la pulizia ogni 6 mesi.
complessività dunque. complessività e impegno.
certo, l'impegno è la parte difficile.
perché io posso anche fare tutte le cose come andrebbero fatte. passarmi il filo nei quattro versi, farmi gli sciacqui col colluttorio, ma se poi compro lo spazzolino che ha le setole sbagliate e a monte non mi lavo bene i denti, tutto il resto ha poco senso.
come ha poco senso ai miei occhi la vita che fa il salmone.
nasce nell'acqua dolce, passa un po' di anni ad andare in giro, poi matura sessualmente e quindi si rende conto che deve tornare dove è nato per poter fare del sesso e riprodursi.
sarà che io il salmone lo trovo esteticamente orrendo, ma faccio fatica a capacitarmi di questa cosa.
chissà se tra salmoni si dicono di non andare troppo lontano perché poi è più un casino ritrovare la strada di casa.
oggi in treno di ritorno da roma stavo ascoltando una canzone e mi son messa a piangere.
poi sono tornata a casa con la 92 (perché a milano gli autobus sono femminili), ho fatto la spesa alla esselunga, prima di uscire ho contato i punti fragola, a casa poi ho cucinato una zuppa di sedano e topinambur, poi mi son detta 'làvati' e così è stato, e in doccia pensavo che non vedo l'ora che mi operino , e alla fine si è messo di mezzo il discorso dell'anfibio, e poi del salmone.

cose così.

insomma, niente di utile, neanche stavolta.
e anche stavolta credo nelle cose perché non ho niente di meglio da fare.

Nessun commento: